Wednesday, September 24, 2008

crisi finanziaria e riforme dei mercati

Persino i liberisti più convinti dichiarano oggi che il sistema finanziario mondiale deve essere riformato.
Dicono anche che siamo di fronte ad una crisi economica di portata simile a quella del 1929.
In un sondaggio l'80% degli americani sostiene che il paese è su un binario sbagliato.

Come al solito vedono solo gli aspetti che riguardano il loro paese
e si disinteressano degli altri.

La crisi di oggi è ben più grave di quella del 1929 per la semplice ragione che questa volta coinvolge tutto il mondo, con le informazioni che viaggiano alla velocità della luce, ben più veloci di uno tzunami.

La crisi finanziaria richiederebbe che gli USA riducessero drasticamente il loro debito, sul quale hanno marciato per decenni, contando sull'afflusso di capitali finanziari, finanziadosi di tutto,
comprese le guerre a cui noi avevamo deciso di non partecipare.

Ora che la soluzione di emergenza del governo USA è stata quella di trasformare il debito privato in debito pubblico (con la benedizione di tutti i liberisti), il debito USA, che è già a $ 9.7 trilioni, rischia di lievitare ulteriormente (http://www.newsweek.com/id/160367).

Lo stesso Paulson non è stato in grado di quantificare la dimensione dell'intervento di bail out:
lui dice $ 200 miliardi, molti indicano $ 700 miliardi, altri oltre il trilione.
Solo la crisi dei subprime ha già generato perdite per $ 1.3 trilioni.
Con un debito del genere, se il FMI e le altre agenzie di rating fossero coerenti, il rating del tesoro USA andrebbe declassato sotto A.

A quel punto i cinesi, che ne detengono una larga quota, potrebbero defilarsi e lasciare che gli USA si strozzino col loro stesso cappio.

Ho seguito l'andamento delle borse in questi giorni, e in almeno tre circostanze è apparso chiaro che le soluzioni del tesoro USA sono sono palliativi: il mercato ha reagito positivamente per poche ore, per poi trascinarsi in un rosso ancor più profondo.
Ma il dramma è che adesso il tesoro USA è ormani nudo: ha esaurito tutte le frecce al suo arco.
Al prossimo fallimento non sarebbe in grado di far fronte e quindi nessuno potrà evitare l'effetto domino.

E in Italia che facciamo?
Fino a due anni fa, il crack Parmalat era stato lasciato al suo destino, con migliaia di piccoli investitori che ci hanno rimesso.
Poi è venuto il crack Enron, e tutti hanno lodato la serietà delle istituzioni USA che hanno reso più severe le norme contro i falsi in bilancio (proprio come ha fatto da noi Berlusconi ;-) .
Ma anche queste non hanno evidentemente funzionato.

Oggi invece che nella patria del liberismo si salvano buchi colossali (come possibile che nessuno se ne sia accorto? quelli stessi che si indignavano per il caso Parmalat) con l'intervento pubblico,
già vediamo all'orizzonte il salvataggio di Alitalia con gli stessi mezzi: il debito viene scaricato sui cittadini, 16 privati amici di qualcuno si prendono i guadagni.

Ma nessuno si rende conto della tragedia in cui stiamo sprofondando?
Non c'è nessuno che alza la voce e si rifiuta di proseguire con queste politiche economiche insensate?

Perché nessuno pone le domande impellenti:

But have you heard anyone in authority asking about the $700 billion bailout: how do you propose to pay for it?

http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=9361055

Ho letto svariati articoli di commentatori economici, dei governatori Draghi, di Trichet e di Bernanke: nessuno ha la minima idea di come risolvere e di quando finirà questa crisi.

Un discorso a parte meriterebbe Giulio Tremonti, il buffone della finanza, che ora tace ammutolito, dopo esserse stato per 5 anni di governo in attesa del miracolo economico prossimo venturo, ed essersi vantato a posteriori (nel 2007) di aver previsto per primo la crisi della globlalizzazione inziata nel 2001.
La prima cosa che ha fatto col nuovo governo è aumentare il debito eliminando quel che restava dell'ICI:
esattamente l'opposto di ciò che richiede la situazione economica attuale.

A me pare chiarissimo che questa crisi non finirà finché saremo retti da persone incapaci e soggette al potere politico e dei potentati economici.

Ne usciremo pagando uno scotto altissimo e con tutte le economie dell'occidente gravemente ridimensionate.

Non vale la pena di alzare la voce?

PS.
Che le banche stessero giocando d'azzardo mi era parso chiaro l'anno scorso, dopo questo episodio.

Una ragazza, che lavorava a Barcellona con una borsa postdoc, decise di comprarsi un appartamento, a causa degli alti affiti in città.
Andò in banca a chiedere un mutuo: naturalmente le chiesero garanzie, un deposito ecc.
Lei decise di fare il muso duro e ottenne un mutuo senza garanzie, per il 100% del valore dell'immobile (!).
Questo nel momento di massima impennata dei prezzi degli immobili a Barcellona, che sono già scesi del 7% in un anno.

Sono rimasto allibito e ho pensato: buon per lei.
Ma naturalmente se buon per lei, male per la banca, che rischia di trovarsi a carico un immobile di prezzo significativemtne ribassato e probabilmente invendibile date le condizioni del mercato di oggi.

Moltiplicate per centinaia di migliaia ed ecco spiegata la crisi dei mutui: anche in Europa, per quanto si affrettino a rassicurarci i nostri politici.

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