Thursday, September 09, 2010

disdettato

Così hanno riferito i cronisti la vicenda del contratto dei metalmeccanici: "Finmeccanica ha disdettato il contratto".
Sono veramente inter-dettato: dettato è il passato di dettare, il passato di dire è detto.

A parte le questioni filologiche, c'è una questione logica.
Se si parte dall'assunto che esista un "mercato del lavoro", i contratti si stipulano tra le parti che si scambiano le prestazioni, ossia tra l'azienda e i lavoratori.
L'idea di un contratto collettivo è anomala: si potrebbe parlare di "accordo quadro" o "accordo di settore", ma si va sul delicato, perché rischia di configurarsi come costituzione di un cartello che distorsce la concorrenza, o in certi casi come forma di mediazione impropria.
Meglio limitarsi ai principi, come quelli dello statuto dei lavoratori.

In termini specifici, il mercato del lavoro imperniato sul lavoro fisso e sui contratti collettivi è alquanto assurdo.
Per esempio quando i contratti collettivi stabiliscono aumenti salariali, sottendono un meccanismo abnorme: siamo costretti a restare a lavorare nella stessa azienda, perciò vogliamo essere pagati di più. Naturalmente la costrizione è scelta dal lavoratore stesso che ha preteso il posto fisso.
In un mercato sano del lavoro il meccanismo è l'opposto: ho un'offerta migliore da un'altra azienda, se vuoi che resti mi devi dare altrettanto.
In questo modo i lavoratori sono stimolati a guardarsi intorno, a cercarsi e tenersi aperte alternative in ogni momento, non solo nei momenti di crisi, i prezzi sono stabiliti davvero da un mercato, sulla base di quanto qualcuno sia disposto a pagare davvero per la prestazione e non tramite criteri meccanici come aumenti percentuali per tutti in tutti i luoghi e in tutte le aziende.

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