Tuesday, October 26, 2010

Tremonti ingessato

Gianfranco Prini (non Fini), fa notare che Tremonti abbia pochi gradi di libertà nella gestione delle finanze, come si evince da quanto scrive lui stesso nella recente Decisione di Finanza Pubblica.

In particolare:
  • i saldi dei bilanci 2011-13 sono fissati per legge appovata prima dell'estate e sulla quale c'è l'OK della UE nell'ambito del patto di stabilità (ricordate le affermazioni di Tremonti di allora: "abbiamo messo in sicurezza i conti", etc.?)
  • quei saldi possono essere cambiati per via ordinaria solo nel 2011 per il triennio 2012-14, e così via in per periodi rolling di 3 anni (se si modificano i saldi in corso d'anno -- cosa che non so in quale misura sia possibile ex lege 196 del 31.12.2009 -- bisogna tornare a sottoporli alla UE per una nuova approvazione)
  • dall'anno prossimo questa procedura tremontiana verrà fatta propria dalla UE, con variazioni, e diventerà obbligatoria per tutti i paesi membri.
In altre parole, parrebbe che:
  • ciò che non sta ora in quei saldi non potrà andare a modificarli in aggiunta fino alla eventuale revisione del saldi 2012 della manovra che verrà approvata a fine 2011 (i.e. già da quest'anno è diventato impossibile l'assalto alla diligenza delle passate finanziarie, in cui alla fine ci si infilava un po' di tutto)
  • a conferma del punto precedente: la commissione Bilancio della Camera la settimana scorsa ha respinto una ventina di emendamenti (ivi incluso quello dei soldi per 9000 nuovi associati proposto dalla Gelmini come merce di scambio per la rapida approvazione della "sua" legge)
  • l'unico modo possibile per dare più fondi al MIUR è quello di sottrarne altrettanti dai bilanci di altri ministeri (ve l'immaginate quanto la cosa sia facile, dopo che hanno tutti subito un taglio lineare del 10% -- con gli Interni che non hanno i soldi per comperare la benzina per le volanti, e con un miliardozzo abbondante che va comunque trovato per finanziare i nostri rinnovati e mutati impegni in Afghanistan, etc.?)
  • a meno che non crescano le entrate fiscali (che sono invece in calo: l'unico modo per farlo sarebbe quello di alzare le aliquote 2011, oppure riaprire qualche condono, etc.) o che si spenda meno del previsto (mai successo in più di 60 anni di storia repubblicana)

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