Tuesday, July 12, 2011

disgregazione corporativa

Stanno fiorendo le proteste di vari gruppi, che sentono sulla loro pelle i danni di una deludente gestione del potere: protestano le donne, protestano i precari, protestano i valsusini, protestano i metalmeccanici, ecc.
Ciò che sconcerta è che ciascuno sembra protestatre per se stesso, come illustra questa frase di Lidia Ravera:
siamo stufe di essere "trattate come donne"
Estrapolando si direbbe che i giovani sono stufi di essere trattati da giovani, i poliziotti da poliziotti, i ricercatori da ricercatori, ecc.
Possibile che non ci si renda conto che i problemi sono riconducibili a una matrice comune, ossia un governo incapace e corrotto?
Possibile che non ci sia un'opposizione in grado di coagulare il senso di oppressione e fare uscire queste proteste dall'impotenza di manifestazioni a cui si va a piangersi addosso in una forma di autocommiserazione consolatoria e poi tutto procede come prima?
Nessuno se la vive bene, ma ciascuno pensa di salvarsi chiedendo trattamenti speciali: il mantra politico è prendersela con "i tagli lineari".
Dopo la manifestazione, ciascuno torna a casa soddisfatto dello sfogo e poi continua a comportarsi come prima, sforzandosi di mantenere il prorpio tenore di vita intaccando i risparmi propri o della famiglia.

Cosa aspettiamo? Il default per accorgerci che si deve cacciare Tremonti.

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